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Happy Feet 2 – Recensione

Publisher: Warner Bros. Developer: KMM Games
Piattaforma: PS3 Genere: Rhythm/Puzzle Giocatori: 1-2 PEGI: 3 Altro: 3D Stereoscopico

Partiamo con una frase scontata ma dannatamente vera: i tie-in videoludici tratti dai film hanno dei pessimi precedenti, e difficilmente si attestano anche solo su livelli decenti. Una delle poche eccezioni che mi viene in mente è quel Toy Story 3 tratto dall’ottimo film d’animazione sfornato dagli odierni fratelli Grimm, ossia gli studi della Pixar. Happy Feet 2, sia in quanto film che in quanto videogioco, non raggiunge i vertici toccati da Woody, Buzz e compagnia bella, ma offre comunque una manciata di buone idee da tenere in considerazione.

Come back here, Mr. Mumble! [cit. Gloria]

Cominciamo con il dire che il pezzo forte, anzi, l’unico, a dirla tutta, di Happy Feet 2 è la modalità avventura, affrontabile anche in multiplayer locale ma non online, che prevede una cinquantina circa di livelli in cui, controllando il pinguino Mumble, o il compagno Ramon (due tizi che molto difficilmente riescono a bucare lo schermo, ne converrete) dovremo superare diversi enigmi, tipici della maggior parte dei puzzle game: sposta quel blocco di ghiaccio per aprirti un passaggio, sali su quella piattaforma per scoprire nuovi percorsi e così via. Durante la marcia, sarà nostro compito raccogliere anche i pinguini sparsi per i livelli, che ci seguiranno a ritmo sino alla fine dello stage. Se siete nostri lettori accaniti, vi dovrebbe essere già balzata all’occhio una somiglianza piuttosto netta, che con le dovute precauzioni, potrebbe anche starci.

Un primo piano tutto per Eric, fonte di problemi, più che di altro!

Happy Feet 2 strizza infatti seccamente l’occhio a quel Toki Tori che si beccò un sonoro 8 proprio su queste pagine virtuali. Basta sostituire i pulcini ai pinguini, le due dimensioni alle tre (anche stereoscopiche, qualora qualcuno volesse e potesse usufruirne) e uno stile grafico cartoon a uno decisamente più realistico, e il gioco è fatto. Se non ci fosse un “ma”, ci troveremmo davanti ad un giocone, il problema è che una proposizione avversativa è d’obbligo. Happy Feet 2, infatti, non riesce nemmeno per errore a raggiungere la genialità e creatività degli enigmi che vedeva protagonista il nostro pulcino preferito, così come dei mezzi con cui i suddetti venivano risolti.nQuesto toglie parecchio mordente all’avventura, che non fa in tempo ad annoiare per due motivi, ossia la longevità piuttosto bassa anche se in linea con gli standard moderni (6-8 ore), e diverse tipologie di livello che si vanno ad incastrare tra uno stage e l’altro.

Ci sono i livelli bonus, in cui dovremo raccogliere il maggior numero di note possibili prima che il tempo scada, le corse, nelle quali dovremo sostanzialmente affrontare il nostro compagno di viaggio in una gara di bob testa a testa con i pinguini al posto del più convenzionale mezzo citato. Nelle sfide contro i boss traspare poi più limpidamente l’aspetto “ritmico” del titolo, auspicabile se non scontato dato il tenore della pellicola dal momento che, in perfetto stile Guitar Hero ma senza una delle mille periferiche di plastica uscite, dovrete premere il tasto giusto al momento giusto, un procedimento che si avvicina anche ai mitici (?) Quick Time Event, trattandosi, almeno in teoria, di sfide di fine livello. Qualche sopracciglio alzato di troppo ce lo immaginiamo già, quando al posto di uno spartano contro il dio della guerra, vedremo due pinguini che ballando sconfiggono un calamaro gigante, ma che volete, non si può avere tutto dalla vita.

In confidenza, non è che ci sia poi molto da commentare: non si fa altro che ballare!

A fare da collante al tutto, ci pensano una serie di schermate sul modello delle visual novel, che ragguagliano il giocatore sulla trama, davvero poco avvincente e comunque poco più che un pretesto per indurre a proseguire nell’avventura: spiegata il più sinteticamente possibile, Mambo, Ramon (apparentemente soggetto a crisi ormonali adolescenziali, quest’ultimo) ed Eric dovranno cercare aiuto per liberare Gloria, moglie di Mambo, e un intero branco di pinguini, da un’immensa frattura che si è aperta nel ghiaccio.

A penguin without a heart song is hardly a penguin at all! [cit. Viola]

Una volta spiegato in che cosa consiste il gioco, non resta che passare, come di consueto, ad un’analisi più tecnica del titolo.
A livello visivo Happy Feet 2 non stupisce particolarmente, ma è altrettanto vero che non delude: i protagonisti, e i pinguini in generale, sono caratterizzati da un buon dettaglio e da animazioni sufficienti. Un discorso analogo si può fare per il design complessivo con cui sono plasmati i livelli, anche se qualcosa di più sicuamente poteva essere fatto a livello di level design. Un particolare plauso meritano poi gli sfondi, sia in movimento che da fermi: un sole color pesca, sulla via del tramonto, al Polo Sud, ha sempre un suo perché, così come centinaia di pinguini che si muovono a ritmo sulle lande ghiacciate, mentre noi completiamo in tutta serenità il nostro livello. Peccato per un frame rate un po’ troppo zoppicante, soprattutto quando si attivano determinati bonus oppure c’è qualche movimento troppo brusco su schermo.

Oplà!

Decisamente più rilevante, considerato il titolo di cui si sta parlando, è il comparto audio. La colonna sonora, composta da una ventina di brani diversi (qualcuno più ispirato, qualcuno meno, ma tutti arrangiati da Ozomatli, popolare band), è in linea di massima sempre orecchiabile, e custodisce un’idea veramente azzeccata. I brani saranno infatti “acquistati” dal giocatore livello dopo livello, grazie al raccoglimento cumulativo di note sparse per i livelli, e saranno tutti dotati di sette livelli. Ad ogni level up delle canzoni, uno strumento o la voce del cantante saranno aggiunti, così da conferire un notevole senso di progressione al giocatore. Senza dubbio questa è la trovata più azzeccata da parte degli sviluppatori, che pur non essendo niente di geniale fa sorgere a tutti una breve e sincera domanda: “Perché nessuno (o quasi) ci ha mai pensato prima?”
Happy Feet 2, come già detto, manca di una qualsivoglia modalità online, che sicuramente avrebbe aumentato la longevità del gioco, di per sé non altissima, e di altre modalità vere e proprie, che avrebbero aiutato a diversificare maggiormente le sessioni di gioco, le une dalle altre.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=4oLzney4YwY

Commento finale

Happy Feet 2 non è disastroso come ci si potrebbe aspettare da una trasposizione cinematografica, presenta anche delle idee buone e qualche volta strapperà pure il famigerato sorriso ebete che vive in ognuno di noi, ma non riesce a convincere del tutto, purtroppo. Il fatto di potere sbloccare e fare evolvere le canzoni è una gran cosa, e a livello visivo e sonoro il titolo si difende bene, salvo qualche singhiozzo di troppo del motore grafico, dovuto magari ad un pesce andato di traverso: il punto è che la carne al fuoco è in totale davvero troppo poca. Oggi è Natale, e di sicuro la voglia di dileggiare dei pinguini canterini è poca, ma se dovessi esagerare con la bontà non renderei giustizia ai giochi recensiti in precedenza: sarà per la prossima.

5/10

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Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.