Home ConsoleNews PS4Star Wars di Visceral Games? Amy Hennig racconta come sarebbe dovuto essere

Star Wars di Visceral Games? Amy Hennig racconta come sarebbe dovuto essere

Dopo più di un anno dalla chiusura di Visceral Games da parte di Electronic Arts, rimane ancora aperta la ferita nei giocatori che avevano apprezzato il lavoro svolto dal team di sviluppo creatore della serie Dead Space.

Nel corso di un’intervista ai microfoni di IGN, Amy Hennig è tornata a parlare del nuovo progetto legato al marchio Star Wars a cui il gruppo stava lavorando prima di essere sciolto. Ex-director del gioco e conosciuta per aver lavorato a Jak 3, Battlefield: Hardline e soprattutto ai primi tre capitoli di Uncharted, la Hennig ha affermato che il titolo sarebbe stato paragonabile proprio alle avventure di Nathan Drake in termini di costruzione del mondo e comportamento dei personaggi.

Mentre Uncharted si incentra su un singolo protagonista, Star Wars Ragtag, questo il nome in codice, avrebbe reso giocabili più personaggi, i quali avrebbero avuto una personalità variegata come quella delle prime pellicole cinematografiche. Citando i celebri Han Solo, Luke Skywalker e Chewbecca, l’autrice ha svelato che l’utilizzo di un gruppo di eroi sarebbe stato parte integrante dell’identità del gioco:

Guardate a Indiana Jones, è lui il protagonista. Gli altri personaggi sono secondari. Sono importanti, ma non sono ritenibili co-protagonisti. In Star Wars abbiamo un ensamble di storie, tutte insieme. Se non avessi agito in questa maniera con un gioco che avrebbe dovuto riecheggiare i film di Star Wars, qualcosa sarebbe andato storto e si sarebbe capito bene cosa.

Dalle ceneri del progetto della defunta Visceral Games ha forse attinto Star Wars Jedi: Fallen Order, nuovo titolo in sviluppo presso Respawn Entertainment. Recentemente la Hennig ha invece lodato Sony per il continuo supporto ai giochi narrativi.

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Maria Enrica
Grata dal 1994 ai videogiochi per sopperire a pigrizia e mancanza di fantasia, è stata svezzata da mamma Nintendo, allevata da Sony fin dalla prima PlayStation, cresciuta con un pad in mano e il Game Boy Advance nell'altra. Laureanda in Lettere classiche, avversa ai videogiochi in digitale, sogna per questo una casa dove custodire una collezione degna di tale nome.