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Turtle Beach, da dieci anni in cima all’olimpo dei costruttori di cuffie per console

Turtle Beach, compagnia leader negli accessori da gaming, rivela che negli ultimi dieci anni è stata la casa che ha venduto più cuffie da gaming per console. I dati finali dell’NPD Group svelano come dal gennaio 2010 Turtle Beach abbia venduto oltre trentaquattro milioni di cuffie da gaming negli Stati Uniti e in Canada, stabilendosi al top sia come unità vendute che come ricavi raggiunti nell’ultima decade.

I dati sulle vendite di NPD per l’ultima decade mostrano come tre delle cinque cuffie più vendute – inclusa la numero uno – siano prodotti Turtle Beach, rendendolo il brand leader nel mercato delle cuffie da gaming per console. I dati del 2019 mostrano inoltre che Turtle Beach ha registrato un +40% di revenue share per il decimo anno consecutivo, cosa che piazza l’azienda a un livello di market share più alto rispetto ai seguenti quattro competitor messi assieme.

Turtle Beach, da lungo tempo, è pioniera nel gaming audio, progettando prodotti con le feature chiave richieste dai videogiocatori, dando loro ciò che chiedono con largo anticipo. Oltre ad aver creato il primo vero headset da gaming per console, così come il primo headset wireless con surround sound prima del 2010, la passata decade ha visto Turtle Beach come punto di riferimento nel mercato per progetti innovativi sia in termini di design che di funzionalità. Il primo modello di Elite Pro è stato il primo headset appositamente pensato per gli eSport, costruito da zero, introducendo tante nuove (per l’epoca) feature, incluso il sistema glass-friendly proprietario di Turtle Beach, il ProSpecs. Con nuove e potenti console all’orizzonte, Turtle Beach sta già sviluppando la prossima ondata di cuffie innovative, di alta qualità, e adatte a tutte le tipologie di videogiocatori, così come gli accessori che li aiuteranno a giocare in condizioni ottimali e confortevoli.

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Giovanni Paolini
Catalizzatore di flame sul web e drogato seriale di fantacalcio, Giovanni vede il videogioco come un'espressione artistica piuttosto che come un mero intrattenimento privo di contenuti significativi. Per questo motivo, ripudia il 90% dei AAA e si tuffa sfacciatamente nel mercato indipendente, rimanendone il più delle volte scottato seppur senza rimorsi. Amante della musica di qualità, delle narrazioni articolate e di design ispirati, si è tuttavia mostrato fin dall'adolescenza ossessivamente attratto dai personaggi femminili antropomorfi, mistici o animati, universalmente conosciuti come waifu. Rappresenta orgogliosamente la vena toscana del Bit.