Chronus Arc – Recensione

Sviluppatore: Hit-Point Publisher: KEMCO Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita, Mobile) Genere: Gioco di Ruolo Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 14,99 € Italiano:

KEMCO e i JRPG. Un’accoppiata ricorrente e, come testimoniano gli innumerevoli titoli che abbiamo recensito, raramente vincente. Chronus Arc è solo uno dei tanti giochi di ruolo a turni, che, insieme al recente Sephirotic Stories, pare voler calcare la mano senza pudore – ma magari indirettamente – sui richiami a titoli ben più blasonati e meritevoli, come per l’appunto Chrono Trigger e Final Fantasy VII, in questi due casi. Speravamo di trovarci per le mani un nuovo Raging Loop (una visual novel di KEMCO stessa, meritevole di un bell’8/10), e invece la mela non è caduta lontana dall’albero.

Chronus Arc

Ah, shit, here we go again

Abbiamo sperato fino all’ultimo che il cambio di sviluppatore da Exe-Create a Hit-Point potesse giovare alla produzione, ma da subito ci siamo ritrovati, ancora una volta, ad abbassare le aspettative. La storia di Chronus Arc segue le vicende di Loka, un giovane aspirante Cavaliere Magico del regno di Kiribay (regno, oddio… sarebbe più appropriato chiamarlo villaggio, viste le dimensioni). Il Gran Festival si avvicina, e per accertarsi che il misterioso “riavvolgimento” vada a buon fine, è necessario raccogliere speciali frammenti di Crono. Recuperarli sarà compito di Loka, così da ultimare il suo apprendistato da Cavaliere, ma qualcosa va storto e dei loschi tipi attaccano sia il protagonista che il suo mentore, quest’ultimo misteriosamente scomparso dopo aver permesso al protagonista di fuggire. Con l’aiuto della principessa Sarna e della piccola idol Kuril, il protagonista andrà alla ricerca del suo maestro e della pietra magica sottratta, che però passerà in secondo piano per il protagonista.

E’ la prassi dei titoli targati KEMCO, ormai: la trama sembra avere qualche spunto interessante e invece si rivela essere tutt’altro. Strano a dirsi, ma i presupposti c’erano tutti: il carattere del mentore aiuta alla grande a entrare nell’universo di Chronus Arc, tralasciando i dialoghi dell’orribile introduzione flashback, ma è il restarci, in quel mondo, a essere problematico. La storia si ricopre di cliché fin dalla fine del tutorial, tra caratteri dei personaggi per nulla sviluppati e poco credibili e trame trite e ritrite del calibro di “albero della vita” e “mondo in rovina da salvare”, stavolta pure con l’aggiunta dei viaggi nel tempo. Tutto è scontato dall’inizio alla fine, l’immedesimazione nel contesto è pari a zero e il coinvolgimento inesistente. E se la storia non funziona in un JRPG story-based…

Chronus Arc

Squadra che perde, comunque non si cambia

Chronus Arc, come il 90% delle produzioni KEMCO, è un JRPG classico, ispirato nel gameplay a grandi classici del genere come Final Fantasy o Dragon Quest, paragoni ancora una volta troppo gentili. Gli incontri casuali – preannunciati dagli sprite dei nemici sulla mappa – danno il via a battaglie strategiche a turni, in cui si sceglie se attaccare, se difendersi, se curarsi o se lanciare qualche incantesimo. Le basi dei JRPG, insomma. Poche sono le modifiche alla vecchia struttura. Pensiamo all’utilizzo delle tecniche, non più attacchi speciali, bensì oggetti specifici equipaggiabili in determinati slot e divisi per la personalizzazione degli effetti. Si tratta, ad esempio, di bonus come il dimezzamento del potere magico a favore di un’area di attacco maggiore o un doppio cast di uno stesso incantesimo nello stesso turno. Vengono in soccorso i bizzarri boost manual, oggetti che fungono da ricetta per potenziare le armi che già si posseggono con l’ausilio di determinati materiali. Questo consiste nell’unico modo di potenziare l’equipaggiamento, in quanto le nuove armi non sono più acquistabili dai rivenditori, ma solo trovate a caso in forzieri oppure ottenute dai nemici, cosa assai rara. I boost manual vengono introdotti come potenziale game changer, eppure lo stesso NPC che ce li introdurrà ce ne donerà a ogni livello di diversi – davvero, a ogni singolo piano -, che però potremo utilizzare solo nelle fasi più avanzate.

Ciò che rompe il gioco, tuttavia, è un eccessivo nonché improvviso e casuale rialzo della curva della difficoltà. A differenza dei titoli Exe-Create, in Chronus Arc non esiste la regolazione del livello di difficoltà, questa davvero troppo alta e terribilmente frustrante e che, inevitabilmente, porterà al grinding selvaggio. Per poter superare sezioni anche solo intermedie, sarà praticamente obbligatorio tornare indietro ad accumulare punti esperienza e salire di livello in livello. Altre zone, al contrario, risultano sbilanciatissime in quanto di gran lunga più facili delle precedenti. In caso di “blocco dell’avventuriero”, tuttavia, è possibile cedere alla tentazione di acquistare i cari (non in senso affettuoso) pacchetti per azzerare gli incontri casuali o raddoppiare i punti esperienza ottenuti. Microtransazioni sgradevoli per un titolo altrettanto sgradevole. Almeno Chronus Arc presenta di tanto in tanto alcune sezioni puzzle, con enigmi da risolvere a volte divertenti, altre volte facili al punto da non sembrare nemmeno enigmi, andando in esatta contrapposizione con lo scheletro del gameplay.

Chronus Arc

Cos’è cambiato?

Rispetto ai titoli KEMCO sul mercato, a parte una marcata mancanza di innovazione su tutti i fronti, proprio nulla. Il comparto grafico è sempre lo stesso, portato di peso dalla versione mobile senza accorgimenti oppure ottimizzazioni particolari, con anzi character design addirittura meno ispirati di titoli come Asdivine Hearts e una mappa del mondo blanda.

Chronus Arc

Perfino i villaggi e le città risultano anonime in tutto e per tutto, alcune zone addirittura identiche per grandezza dell’ambiente, texture usate e posizionamento degli edifici. Una figura imbarazzante su console. Il comparto audio, nella sua semplicità, è probabilmente tra i punti di forza della produzione. Tonalità accese accompagnano la maggior parte degli scenari, musiche orecchiabili e addirittura catchy. Peccato per le musiche anonime dei dungeon e per i forzatissimi stacchi istantanei tra una tonalità e l’altra al cambio di scenario. Ulteriore nota a sfavore, per quanto possa valere: è assente la localizzazione in italiano.

Trofeisticamente parlando: la difficoltà non sempre premia

Il set di trofei di Chronus Arc, tristemente, presenta solo dieci trofei, tra cui un solo oro e nessun Platino. Per ottenere il 100% di Chronus Arc basta completare la storia e svolgere tutte le subquest in ognuna delle città, sforzo eccessivo considerando la curva della difficoltà in rialzo. Scelta discutibile, quella di non includere il Platino, che certamente taglierà fuori i cacciatori di trofei, gran parte della fanbase, per così dire, di KEMCO.

VERDETTO

Chronus Arc è uno dei tanti tentativi di KEMCO con i JRPG. Diversamente dagli altri titoli dello stesso publisher, banali ma comunque con una certa personalità, Chronus Arc non si cura minimamente di svecchiare lo stile o di raccontare una storia decente, che anzi si ricopre dei soliti cliché e di personaggi piatti, senza dare una regolata al livello di difficoltà e al grinding. Nessun Platino nemmeno all'orizzonte... fatichiamo a trovare qualche motivo per comprarlo.

Guida ai Voti

Andrea Letizia
Cresciuto a pane, Kamehameha e Crash Bandicoot, inglesizzato grazie a Kingdom Hearts. Grande amante degli action RPG e dei platform, dei cani e del wrestling.