Primo PianoSnake Pass - Recensione

Snake Pass – Recensione

Snake Pass fa incazzare. Madonna, se fa incazzare. Ma forse è il caso, almeno in sede di recensione, di evitare di passare subito al dunque e scrivere due righe a proposito dell’ultimo titolo firmato Sumo Digital, noto studio di sviluppo che vanta nel curriculum OutRun Online Arcade, Sonic & Sega All Stars Racing e LittleBigPlanet 3. Per la cronaca, Snake Pass sarebbe potuto essere un titolo molto migliore di Yooka-Laylee, ma almeno allo stato attuale delle cose, si perde in un bicchier d’acqua, beccandosi lo stesso voto che di sicuro siete già andati a sbirciare.

Pensssssa come un serpente

La trama, in un titolo platform arcade come questo (è una banalità, ormai) è solo un pretesto. Il serpente Noodle e l’uccellino Doodle vedono cadere a pezzi il paradiso in cui vivono a seguito di un misterioso intruso, che ha distrutto tutta una serie di cancelli, nonché preziosi collegamenti, per muoversi da un punto all’altro. L’unica soluzione è recarsi sulla cima di Haven Tor e trovare le pietre energetiche necessarie per riportare tutto alla normalità.

Per farlo dovremo superare ostacoli ed enigmi pensati appositamente per un serpente, avvinghiandoci a bastoni e strisciando su pareti molto ripide; ecco dunque che l’ottimo gameplay, fresco, innovativo e solido, ci invita a pensare come un serpente, appunto, e offre meccaniche inedite, a partire dalla mappatura dei tasti. Allo stick analogico sinistro e destro troviamo assegnati, rispettivamente, il movimento della testa e della telecamera virtuale, con R2 avanzeremo nella direzione verso cui siamo rivolti, con L2 ci stringeremo attorno a ciò a cui siamo avvolti, mentre con X alzeremo la testa. C’è poi il tasto triangolo a cui è assegnato il comando “afferracoda”, grazie al quale il fido Doodle ci alzerà la coda evitando di farci cadere nel vuoto (ah, ovviamente Noodle è un serpente vegetariano, dunque non c’è pericolo che si cibi del suo alleato). Il gameplay è tutto qui, in sostanza, ma applicato ad una serie di situazioni e contesti diverse riesce a non annoiare mai, complici anche interruttori da attivare e oggetti da spostare.

I quattro mondi di gioco si basano di fatto sugli altrettanti elementi che formano il nostro mondo (terra, acqua, aria e fuoco) e ognuno di questi offre relativi pro e contro. Faremo dunque la conoscenza di passaggi acquatici in cui immergerci (con il tasto quadrato), tizzoni ardenti in cui rimanere bruciati e forti correnti d’aria che ci spingeranno verso zone altrimenti inaccessibili o ci spazzeranno via, facendo così scattare il game over. Il nostro obiettivo, nei quindici livelli che compongono il gioco, sarà sempre e comunque lo stesso, cioè trovare tre magiche pietre utili a riattivare il portale, e, in maniera del tutto facoltativa, anche una ventina di wisp e cinque monete dei custodi sparsi per ogni livello, che altro non costituiscono se non i classici e canonici “collezionabili”, spesso collocati in posti improbabili.

Snake Pass è colorato, innovativo, solido. Stiamo dunque parlando di capolavoro? Manco per niente, purtroppo. Soprattutto con il procedere dei livelli e con il progressivo aumento della loro difficoltà, infatti, diversi fattori di frustrazione prenderanno il sopravvento, nonostante il buon level design. Questo è dovuto ad alcune carenze evidenti di gioco, come una distribuzione dei checkpoint assolutamente rivedibile; una telecamera che spesso e volentieri si incastra; meccaniche che, in definitiva, convincono, ma che rimangono troppo, troppo punitive per il giocatore, facendogli tirare giù i santi dal paradiso, anche per i checkpoint disposti in maniera poco sapiente, come si diceva.

L’ira funesta del videogiocatore

Sul lungo termine questi problemi pesano davvero molto, e ci faranno presto sperare che l’avventura possa giungere a conclusione, un difetto non da poco, ne converrete. Una volta terminati tutti i livelli, Snake Pass presenta almeno una buona rigiocabilità, visto che il titolo presenta leaderboard che mostrano i tempi migliori da parte dei giocatori nel portare a termine un livello e soprattutto sbloccheremo la “visione da serpente”, una meravigliosa perculata degli vari assassini di Ubisoft. Questa visione, attivabile con la pressione di R3, infatti, renderà tutto più scuro ad eccezione dei collezionabili che dovremo ancora trovare in un dato livello.

Molto buono il comparto audio e video. Entrambi risultano essere di buona fattura, scanzonati, leggeri; peccato che la cosa strida in maniera evidente, negli ultimi livelli soprattutto, con l’umore nero del videogiocatore di fronte all’ennesima leggerezza commessa che lo obbligherà a partire da un checkpoint troppo distante.

Trofeisticamente parlando: rettile ironico

In un titolo del genere non poteva mancare un trofeo chiamato “Snake? SNAKE? SNAAAAKE!”, che ci verrà assegnato una volta morti un quantitativo considerevole di volte. Per il resto, l’elenco trofei è piuttosto lineare, poiché dovrete guadagnare tutti i collezionabili presenti e completare il gioco. Tutto normale, fino a qui, se non che un trofeo d’oro vi costringerà a terminare Snake Pass senza morire nemmeno una volta… in bocca al lupo!

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Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.