L’alfabeto dell’orrore di PlayStation 4 – Speciale

Con l’evolversi della tecnologia sono sempre di più i giochi in grado di lasciarci a bocca aperta grazie a open world enormi o a un comparto tecnico incredibile. Non tutte le ciambelle però riescono con il buco, ecco quindi che PlayStationBit ha deciso di creare una vera e propria galleria della bruttezza creando l’alfabeto dell’orrore. Un gioco brutto per ogni lettera, per dimostrare che non basta la tecnologia per creare un capolavoro.

Afro Samurai 2: : La Vendetta di Kuma Vol. 1: nonostante tanti buoni prodotti, Versus Evil non riesce a salvare il samurai dai capelli tondi, complici un comparto tecnico imbarazzante e una trama non all’altezza.

Blood Waves: il buon Ivan suggerisce di tenere sotto mano un rotolo di carta igienica mentre provate l’opera di Sometimes You, suggerimento decisamente intelligente.

Coffin Dodgers: vecchietti che scappano dalla morte a bordo di go kart modificabili. Tutto lo humour del mondo non salverebbe comunque Coffin Dodgers, divenuto una leggenda tanto da diventare trash di culto come certi film di serie Z.

coffin dodgers

Dino Dini’s Kick Off Revival: nostalgia, nostalgia canaglia. Più che altro perché ha spinto alcuni a buttare i propri soldi per acquistare questo gioco calcistico che sarebbe potuto rimanere nel passato.

Extinction: il vero problema dell’opera di Modus Games è stata trattarla come un tripla A, quando a conti fatti se la potrebbe battere con qualche indie. Sessanta euro che possono essere spesi altrove.

Five Star Wrestling: ReGenesis: prima di scoprire quanto potesse scendere in basso il wrestling di 2K Games, l’opera di Serious Parody era (e probabilmente è tuttora) il peggior esponente di lotta tra omaccioni sudati in costumi attillati.

five star wrestling regenesis

Godzilla: cosa può andare storto prendendo un popolare mostro gigante intento a distruggere altri mostri giganti? Tutto, come ci dimostra l’improponibile Godzilla. Ah, è ispirato anche a un film, anch’esso terribile. Sarà un caso?

Homefront: The Revolution: se vi state chiedendo se dopo un primo capitolo discutibile Homefront fosse in grado di risollevarsi, The Revolution è fortunatamente riuscito a fugare ogni dubbio. La risposta è no.

Immortal: Unchained: un souls-like shooter con ambientazione sci-fi è un po’ come una zuppa di salmone, rabarbaro e Nutella. Come direbbe il buon vecchio Joe Bastianich: “Vuoi che muoro?”

Immortal Unchained

Joe’s Diner: un ristorante costruito su un cimitero indiano, un fantasma birichino e un cameriere che sa usare solo una mano. Tutti elementi che rendono Joe’s Diner simile a una badilata di letame su un muro bianco.

Kill Strain: l’esca perfetta per gli utenti, inserire la parola “gratis”. Purtroppo però il fatto di essere free-to-play è l’unico elemento a favore del triste e trascurabile Kill Strain.

Little Adventure on the Prairie: la L è lettera ambita dai giochi osceni. Little Adventure of the Prairie batte al filo di lana Life of Black Tiger, ma solo perché la recensione del nostro Giovanni verrà ricordata per anni.

Little Adventure on the Prairie
Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.