Brawlout – Recensione

Sviluppatore: Angry Mob Games Publisher: Angry Mob Games Piattaforma: PS4 Genere: Picchiaduro Giocatori: 1-4 (Online: 2-4) PEGI: 7 Prezzo: 19,99 € Italiano:

Se c’è un genere che più di ogni altro sfrutta i fan per produrre nuovi capitoli di uno stesso titolo, questo è sicuramente quello dei picchiaduro. Come ci hanno negli anni insegnato i vari Mortal Kombat, Street Fighter e Tekken, squadra che vince non si cambia (se non di poco). Tanto facile tenersi stretti i fan quanto difficile sembra crearsi la giusta schiera di appassionati, come tenta di fare il recente Brawlout.

Ci son due coccodrilli e un luchador

Dopo un fallimento illustre come quello di PlayStation All-Stars Battle Royale, titolo interessante ma mal supportato, la console Sony è rimasta sprovvista di un vero e proprio titolo del genere brawler, in grado magari di rivaleggiare con il potentissimo e apprezzato Super Smash Bros. di Nintendo. Proprio da questa mancanza nasce l’idea di portare anche su PlayStation 4 Brawlout, ambiziosa produzione targata Angry Mob Games già sbarcata prima su Steam e successivamente anche su Nintendo Switch, che metterà uno contro l’altro una serie di lottatori pronti a darsele di santa ragione in variopinte arene.

I personaggi che si sfideranno possono sostanzialmente essere divisi in due gruppi: da una parte troviamo gli sconosciuti, ossia dei guerrieri creati per l’occasione che vantano, tra le loro fila, una gatta lottatrice che nel tempo libero fa la principessa, un malvagio pinguino che ha stretto alleanza con un tricheco pugile, un istrice sciamano in grado di richiamare le tempeste e molto altro ancora. Il secondo gruppo è invece composto da volti noti; i ragazzi di Angry Mob Games hanno tentato di attirare più giocatori inserendo all’interno del roster una serie di personaggi come ad esempio Juan (il lottatore di Guacamelee!), The Drifter di Hyper Light Drifter e il duo Yooka-Laylee dell’omonimo titolo. Tutti questi guerrieri competeranno tra di loro nelle cosiddette Prove dei campioni, ma solo uno di loro potrà tornare a casa con ricchezza, potere e un misterioso artefatto di cui si parla nella lore.

Risse animalesche

Il roster di nove personaggi (escluse varianti di costume che modificheranno solo l’aspetto) sarà disponibile fin da subito per affrontare le varie modalità di gioco che vedono la possibilità di sfidare l’intelligenza artificiale, i propri amici a casa ed estranei in rete. Prima però di lanciarsi nella battaglia, è doveroso prendere confidenza con i comandi utilizzando due pratici tutorial che spiegheranno al giocatore come combattere; Brawlout, da questo punto di vista, è decisamente ben realizzato. Il sistema di combattimento è composto da semplici attacchi affidati alle direzioni base (su, giù, destra e sinistra) e alla pressione dei tasti Quadrato per le mosse normali e Triangolo per quelle speciali.

L’immediatezza dei comandi non deve però trarre in inganno i giocatori più scafati, dato che le varie mosse potranno essere concatenate per dare origine a spettacolari combo, grazie anche alla distinzione che il gioco farà tra mosse eseguite a terra e colpi a mezz’aria. Ad aggiungere poi imprevedibilità e pepe al combattimento ci penserà una barra definita Rage Burst, che si caricherà man mano che il giocatore subirà danni (indicati da una percentuale che aumenterà a ogni colpo) e potrà essere attivata mediante pressione dei tasti dorsali per spezzare una combo dell’avversario e contrattaccare violentemente. Al netto di queste possibilità, comunque, il succo di Brawlout è esattamente quello del ben più blasonato brawler Nintendo, ossia lanciare i propri avversari fuori dal ring e togliere loro vite preziose fino a eliminarli.

Inizia la scalata

Brawlout offre al giocatore varie possibilità, siano esse offline oppure online. La classica modalità arcade ci darà la possibilità di giocare in scontro singolo oppure di affrontare la Torre, composta da una serie di battaglie di difficoltà crescente fino ad arrivare a sfidare un misterioso e potente boss. La Torre potrà essere scalata in tre difficoltà, per meglio adattarsi all’abilità dei giocatori e permettere a tutti di accumulare punti esperienza fondamentali per sbloccare nuove abilità dei nostri guerrieri e denaro per acquistare skin e oggetti di gioco. Abbiamo parlato di esperienza perché, proprio come in un gioco di ruolo, man mano che useremo i personaggi potremo aumentare la nostra Maestria con gli stessi ottenendo appunto l’accesso a nuove abilità, costumi speciali e molto altro ancora, bonus però tutti fini a loro stessi e utili solo per tenere incollati al gioco tutti coloro che vorranno ottenere il 100% dei collezionabili.

Un brawler dà però il meglio di sé quando si parla di multiplayer, ecco perché Brawlout offre al giocatore la possibilità di sfidare sia i propri amici sul divano di casa in scontri in singolo o a squadre, sia perfetti sconosciuti in rete. Oltre al classico scontro 1 vs 1, sarà possibile creare delle partite private in tutto e per tutto simili a quelle da giocare offline e, previo raggiungimento di una semplice condizione, di mostrare la propria abilità nelle partite classificate.

Vuoi la rivincita?

Brawlout è quindi un titolo che fa dell’immediatezza una delle sue carte vincenti; non ci si spiega allora come sia possibile che i tempi di attesa tra una partita e l’altra siano così lunghi, nonostante grafica e arene non siano così ricche di dettagli. Dopo aver completato una partita, dovremo attendere almeno una ventina di secondi per tornare al menù principale (scordatevi, peraltro, il rematch) e servirà la stessa quantità di tempo per avviare una nuova sfida. Ad amplificare questa voglia di abbandonare rapidamente le arene, ci penserà la scarsissima interattività delle stesse, che presenteranno giusto qualche piattaforma in movimento e poco altro, rendendo ogni ambientazione monotona così come, dopo poco, risulterà il combattimento, privo di mosse speciali o magari oggetti da utilizzare contro i nostri avversari.

A livello grafico il gioco risulta essere almeno godibile. I personaggi, così come le zone in cui se le daranno di santa ragione, saranno colorati e arricchiti da buoni effetti grafici. In particolare il design di alcuni lottatori, come, ad esempio, il wrestler Paco e le sue varianti, risultano essere decisamente ispirati. Totalmente anonima, se non per l’invadente musica del menù di selezione della modalità, la colonna sonora, che non si farà certo ricordare per varietà o epicità salvo le tracce prese da altri videogiochi (i già citati Guacamelee!, Hyper Light Drifter e Yooka-Laylee).

Trofeisticamente parlando: una lotta continua

Per ottenere tutti i trentatré trofei dell’elenco di Brawlout dovrete ricevere e dare parecchie botte, dato che molte delle richieste vi obbligheranno a diventare veri e propri maestri lottatori. Oltre alle coppe offline sarete chiamati a vincere almeno duecento sfide in rete, di cui cinquanta subendo meno del 10% di danni, senza possibilità particolari per il boosting al momento. La nostra guida ai trofei in esclusiva mondiale vi aiuterà in questa impresa dedicata solo ai cacciatori più esperti e pazienti.

VERDETTO

In passato i brawler pubblicati su PlayStation 4 non hanno avuto molta fortuna, schiacciati forse dal paragone con un'icona come Super Smash Bros. Il team di Angry Mob Games, dopo i discreti risultati ottenuti su altre piattaforme, ha provato il grande salto puntando su un mix di personaggi noti e non per proporre un gioco attualmente afflitto da troppi problemi. I lunghissimi tempi di caricamento sono accompagnati da una generale povertà di contenuti che cozza con il buon lavoro fatto sul moveset dei lottatori, sul loro aspetto e sul background. La sensazione è quella di un'occasione sprecata, anche se un update corposo potrebbe ancora cambiare le sorti di Brawlout.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.