Primo PianoHeart&Slash - Recensione

Heart&Slash – Recensione

Publisher: BadLand Indie Developer: aheartfulofgames
Piattaforma: PS4 Genere: Arcade Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 19,99 €

Grafica colorata, tanti cuori rosa, una robottina infatuata in un mondo apocalittico, sembra la descrizione del classico gioco d’amore per ragazzine. E invece dietro c’è ben altro, un gioco non proprio per ragazzine. Heart&Slash è un action con elementi roguelike realizzato dalla software house spagnola A Heartful of Games e pubblicato da Badland Games; andiamo ad analizzarlo nel dettaglio.

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Robot May Cry

Dopo un tutorial in cui si familiarizza con la robottina Heart, il giocatore è catapultato in un futuro apocalittico dove l’umanità si è estinta a causa della Roboluzione, una rivoluzione dei robot guidata dal malvagio supercomputer QuAsSy (Quality Assurance System). 100 anni dopo tale evento si risveglia Heart, l’unico robot non soggiogato dal dittatore computerizzato, che, sotto la guida dell’ologramma del suo defunto creatore, dovrà sventare la minaccia una volta per tutte.

La trama sembra semplice, e in effetti lo è, questo perché il team emergente aheartfulofgames si è incentrato di più in un gameplay particolare che unisce elementi action da hack ‘n’ slash con elementi roguelike. Di fronte abbiamo un esperimento ben riuscito che nelle fasi di combattimento non ha nulla da invidiare ai più blasonati hack ‘n’ slash per quanto riguarda la velocità.

Infatti grazie all’estrema velocità di Heart dobbiamo farci spazio tra i nemici concatenando diverse, ma limitate, combo da realizzare con i nostri 3 slot delle armi, un’arma principale è sempre equipaggiata mentre con l’utilizzo dei dorsali del pad si potrà cambiare velocemente l’arma per eseguire combo devastanti o per raggiungere zone altrimenti irraggiungibili.

L’arsenale è particolarmente vario, sono disponibili ben 75 armi tutte diverse da loro che però si possono raggruppare in grandi insiemi; abbiamo infatti spade di differente grandezza e elemento, armi bianche pesanti come asce e martelli, varie armi da fuoco o da distanza e anche pratici scudi dai diversi utilizzi. Sono presenti anche 68 moduli per il robot, che si inseriscono in base al tipo sulla testa, sul busto o sugli arti inferiori e posteriori, che donano diverse abilità al nostro personaggio.

Classici elementi da roguelike che caratterizzano questo gioco sono la morte definitiva del nostro robot, il che ci farà ricominciare tutto da capo in caso di sconfitta, per altro non esiste alcun metodo per salvare la partita, il mondo di gioco, stanze casuali con altrettanti nemici (a volte anche boss) o eventi casuali, e il sistema di potenziamento delle armi e dei moduli, oltre al già citato arsenale. Non sarà raro infatti ritrovarsi davanti moduli e armi che non utilizzeremo, ma che potremo usarli per altri scopi essenziali: per potenziare il nostro personaggio abbiamo bisogno di un determinato numero di ingranaggi che saranno rilasciati ogni volta dai nemici caduti, ma in caso di eccessivo equipaggiamento potremo riciclare alcuni pezzi per ricevere ulteriori ingranaggi o addirittura per ricevere della vita supplementare in caso dovessimo essere in punto di morte.

Heart&… Slash?

In questo gioco a tratti anche violento, seppur lieve a causa della grafica in Cel Shading e della presenza esclusiva di robot, non manca anche una certa comicità e una storia d’amore da parte dei due protagonisti del gioco. Durante le nostre run, probabilmente fallimentari nei primi tentativi, faremo la conoscenza di Slash, un robot molto forte che sarà molto importante per il finale. Ormai come capita in tantissimi titoli indie, non avremo di fronte un singolo finale, bensì più finali in base alle scelte che faremo nei confronti di Slash nel corso delle nostre run.

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Colorato e spietato

Come già detto, il gioco è stato realizzato usando una grafica in Cel Shading donando uno stile cartoonesco che in certo senso trasmette allegria. Dall’altra faccia della medaglia però Heart&Slash si rivela essere un gioco spietato dalla difficoltà alta. Infatti l’estrema velocità di Heart e le combo limitate a volte complicano la vita del giocatore e non è difficile arrivare davanti al boss di uno stage con pochissima vita. Per questo continuare a morire sarà il maestro di ogni giocatore, grazie a ciò infatti si può imparare dai propri errori e capire quali sono le strategie adatte per ogni nemico e per ogni stanza. Le stanze di tutti e 3 gli stage infatti danno un certo senso di claustrofobia che, accoppiata alla mole di alcuni nemici, non rendono le cose facili.

Esistono fondamentalmente 3 tipi di nemici: quelli piccoli, veloci e fragili, quelli grossi e pericolosi, ma lenti, e infine quelli più fastidiosi, i nemici che possono volare. Le cose però cambiano da stage a stage, a partire dal secondo stage infatti la varietà dei nemici aumenta e dovremo lottare anche contro robot che vanno sottoterra, robot corazzati e varie torrette; nel terzo e ultimo stage si aggiungeranno anche nemici talmente pericolosi che non hanno veri e propri punti deboli, ma che possono essere sconfitti non troppo difficilmente in base alle abilità del giocatore e alle armi trovate. I boss invece sono senza ombra di dubbio i nemici più pericolosi, anche se esistono delle determinate strategie per batterli il più velocemente possibile. In tutto il gioco ce ne sono 5, un boss per ogni stage più una variante del primo e del secondo boss, che puoi incontrare se sei abbastanza (s)fortunato.

Un gioco non esente da difetti

Se da un lato A Heartful of Games è riuscita a creare come primo gioco, un titolo abbastanza valido, divertente e difficile, e ricordiamo con una localizzazione in italiano (cosa non comune nei titoli indie), dall’altro lato ha ancora molta inesperienza nella programmazione. Sono presenti infatti dei difetti che abbassano di molto la qualità del prodotto. Ciò che si nota sin dai primi minuti di gioco è la sensibilità troppo elevata e non modificabile della telecamera, che crea particolari problemi in determinati combattimenti.

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Il problema più grave però è la ripetitività del gioco, una situazione non accettabile per un roguelike, infatti anche se sono presenti tantissimi oggetti per l’equipaggiamento e numerosi nemici, si ricorre spesso a usare le solite combo per sconfiggere i robot che vogliono farci fuori, soprattutto perché molte armi sin dal secondo stage diventano inutili.

Ogni tanto inoltre sono presenti dei piccoli cali di frame rate, ma niente di eccessivo. Questo particolare non influenzerà il voto finale, siamo abituati (purtroppo) a vedere situazioni ben peggiori nei maggiori titoli tripla A creati con un budget infinitamente più grande rispetto a quello della software house spagnola, che era alle prime armi con il primo titolo da loro creato.

Trofeisticamente parlando: gioco impegnativo, trofei impegnativi

Heart&Slash, tirando le somme, è un gioco abbastanza impegnativo che però si può finire in poco tempo e che non gode di una buona rigiocabilità dopo averlo finito, a meno che non vogliate platinarlo. A tal proposito il titolo può contare di 49 trofei, di cui 34 di bronzo, 12 d’argento e 2 d’oro. Benché non sia un numero elevato, nella lista sono presenti alcuni trofei leggermente complicati da ottenere perché dettati da fattori casuali: ad esempio dover sconfiggere un tot numero di un particolare tipo di robot, che ricordiamo spawnano casualmente, oppure sbloccare gli eventi che coinvolgono Heart e Slash, e di conseguenza quindi i vari finali di gioco e alcuni personaggi sbloccabili (ce ne sono ben 5 da sbloccare). Comunque niente di impossibile se si spende un buon numero di ore in questo gradevole gioco indie.

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