The Last of Us Parte I: ne avevamo davvero bisogno? – Speciale

La notizia bomba, sfuggita prima al controllo di Sony, e poi ufficializzata nella serata di ieri, è effettivamente grossa: The Last of Us Parte I esiste, è stato sviluppato e sarà pubblicato a settembre.

Molti di noi si sono ritrovati con sensazioni contrastanti, con un misto di stupore e incredulità. Stupore perché è palesemente una operazione di marketing e di supporto forzato verso un titolo che già una volta è stato rimaneggiato. Se infatti il primo The Last of Us esce nel 2013 su PlayStation 3, la sua remastered è comparsa l’anno successivo su PlayStation 4. Successivamente, nel 2020 è pubblicato The Last of Us Parte II, considerato unanimemente un capolavoro di narrazione e realizzazione tecnica. Entrambi i capitoli sono stati i rispettivi canti del cigno delle console. Nel 2013 stava per uscire PlayStation 4, nel 2020 è uscita PlayStation 5.

Il ciclo sembrava chiuso, quindi.

E invece l’annuncio, di quelli che lasciano così sbalorditi da chiedersi se sia uno scherzo. Quale è il senso di riportare ancora in vita un titolo già rimasterizzato?

Per carità, tutti abbiamo apprezzato il magistrale lavoro di Naughty Dog all’epoca. Chi ha proprio amato il gioco lo avrà riacquistato per PlayStation 4 e magari ne avrà raccolto di nuovo anche tutti i trofei. Ma c’è un limite a tutto, secondo me.

More of the same

La tendenza che si nota è quella di voler mungere un prodotto, se pur eccellente, fino all’estremo possibile. Questo andazzo è stato particolarmente evidente nel corso della generazione PlayStation 4, con una serie davvero corposa di remastered, porting e collection di molti titoli usciti originariamente su PlayStation 3. Mi vengono in mente i Batman Arkham, i Bioshock, i Mass Effect, e molti altri. Alcuni si sono rivelati ottimi, ma lo erano già in partenza, altri hanno floppato incredibilmente, come la GTA Trilogy.

Un’altra domanda che viene spontanea è: perché è stato prodotto The Last Of Us Parte I?

Uno dei fattori che vanno a favore di questa scelta è la presenza della serie TV di HBO, che andrà in onda il prossimo anno. Questa, con attori di un calibro notevole, ha giustamente necessità di un supporto di marketing corposo. Quale migliore occasione per riprendere un capolavoro uscito quasi dieci anni fa? Inoltre, il team di Naughty Dog afferma che hanno ricostruito il gioco da zero con i controlli del secondo capitolo. Questo fa leva sul fatto che sia necessaria un certo grado di accessibilità (e ben venga). Ma se dobbiamo iniziare a ragionare in questo modo, allora tutti i titoli usciti fino all’altro giorno sarebbero da riprogrammare secondo gli standard del 2022. E non è ovviamente sostenibile.

Molto tempo e molte risorse economiche sono state sicuramente investite per poter realizzare questo remake. Non è di per sé una cosa sbagliata, ma si tratta comunque di tempo e denaro che poteva essere impiegato in altro. Una nuova IP, ad esempio. O un remake di una serie del passato non così recente, come ad esempio, un remake di Jak & Dexter, di cui Naughty Dog possiede i diritti.

Prezzo non proprio budget

Un’altra questione spinosa è quella del prezzo. Con il post nel PlayStation Blog di ieri sera si scopre il costo del prodotto: 79,99 euro. Un po’ tantino, secondo alcuni, e anche secondo me. Siamo di fronte a un remake esclusivo per PlayStation 5, ma la cifra ci sembra comunque importante per un prodotto che, alla fine, è The Last Of Us Remastered nativo PlayStation 5.

In definitiva, avevamo davvero bisogno di The Last of Us Parte I?

Secondo me, no. Ma il mio parere è personale e viziato da quello che è il mio background. Non sarebbe corretto chiedere che altri accettino il mio pensiero. Ma è giusto fare dei ragionamenti, portare delle prove e cercare di trarre delle conclusioni. Non per forza devono tutte essere condivisibili. Non per forza devono essere convincenti. L’editoriale serve solo per parlare liberamente. E di questi tempi ne abbiamo disperatamente bisogno.

Questo articolo riflette l’opinione personale dell’autore e non rappresenta per forza la visione di PlayStationBit nel suo insieme.

Andrea Pasqualin
Classe '90, nato e cresciuto tra benzina e gasolio, è il classico "petrolhead". Si è umilmente autoproclamato "Re dell'Universo Racing presso PlayStationBit". Platinatore incallito, attualmente è il redattore della rubrica "Racconti di Caccia", si dedica inoltre a ricerche su Platini facili e/o ultra rari, per bullarsi con gli amici. Appassionato di tutto quello che corre e vola, sta vivendo il suo sogno scrivendo di videogiochi e pensandoci dalla mattina alla sera. Nei momenti liberi guida la sua moto supersportiva e si diverte a spaventare le vecchiette ai semafori.

1 commento

Comments are closed.