Primo PianoSilence - Recensione

Silence – Recensione

Publisher: Daedalic Entertainment Developer: Daedalic Entertainment
Piattaforma: PS4 Genere: Avventura grafica con Spotty Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 29,99 €

Avete già sbirciato il voto assegnato alla recensione, che, forse, nemmeno leggerete, ed ecco che vi trovate stupiti di fronte alla scelta fatta. Magari perché, nel frattempo, avete letto qualche articolo della concorrenza che lamentava una longevità non entusiasmante, un gameplay non innovativo e bla bla bla. Chiacchere da giornalisti o scribacchini videoludici, perché Silence, semplicemente, emoziona. E scusateci se è poco (tanto per toccare un argomento sulla bocca di tutti, Square Enix con la serie di Final Fantasy non ci riesce dal 2001, praticamente, nonostante i budget multimilionari).

silence-recensione-003

Inception

Il titolo firmato Daedalic Entertainment è disponibile sul PlayStation Store nominato, semplicemente, Silence. Probabilmente si tratta di una comprensibile scelta di marketing, poiché il titolo completo sarebbe Silence: The Whispered World 2, ma il videogiocatore, di fronte ad un secondo capitolo di un primo con tutta probabilità ignoto, si sarebbe trovato perso. The Whispered World è infatti un’avventura grafica uscita nel lontano 2009 su PC, concepita da Marco Hüllen, un gioiello indiscutibile ma dalla sorte sfortunata – il fatto che lo conoscano in tre, la dice lunga.

Poco male, comunque. La scelta effettuata all’anagrafe risulta saggia ma non ingannevole, nel senso che Silence è perfettamente giocabile senza avere giocato The Whispered World, che comunque vi consigliamo di recuperare sia per colmare una vostra lacuna, sia per individuare una mezza miriade di riferimenti qualora procediate all’acquisto – consigliatissimo – di Silence.

silence-ps4-001

Ma veniamo al dunque. Il titolo in questione è una fiaba adulta, sulla falsariga del capolavoro cinematografico intitolato “Il labirinto del fauno”, con la regia di Guillermo del Toro. Questo vuol dire che un mondo incantato, tipicamente fiabesco, è accompagnato da eventi drammatici, che spesso hanno un riflesso anche nel mondo realmente esistente. Nel film di del Toro il contesto era quello della guerra civile spagnola, in questo caso invece assistiamo ad un incipit ex abrupto, nel quale i protagonisti Noah e Renie sono costretti a rifugiarsi in un bunker in seguito ad un raid aereo. Mentre il primo tenta di consolare la piccola raccontandole una fiaba, una bomba colpisce in pieno il bunker e una volta risvegliatosi Noah può temere solo il peggio, non trovando la piccola al suo fianco. Cominciano così le ricerche di Renie, quando il ragazzo scopre di trovarsi nel mondo di Silence, un mondo che già aveva attraversato nei panni del clown privo di sorriso Sadwick, senza che ci sia possibilità di tornare indietro. Come se non bastasse, grandi subbugli stanno avvenendo nel regno, tra False Regine, Cacciatori e ribelli…

Insomma, la trama di Silence è estremamente piacevole da seguire, per quanto breve – dovreste completare il gioco in circa cinque-sei ore, a meno che proprio non andiate dritti come un treno, ed inoltre i personaggi sono stati davvero ben caratterizzati. In questo mondo fatato, Noah e Renie faranno la conoscenza di esseri umani, ma anche di creature, che non sapranno non colpirvi e non rimanervi impressi nella memoria per un bel pezzo, nel bene o nel male. Senza addentrarci in particolari spoiler, cosa che ci guardiamo bene di fare, è impossibile non menzionare almeno Spot, al secolo Spotty, il multiforme – leggi anche: bruco verde oversize – che ci darà una grossa mano nel risolvere enigmi e situazioni spinose. Ma state pur certi che il prezzo del biglietto vale anche solo per conoscere gli inimitabili Fratelli Sassosi, due… sassi dotati della parola che, guarda un po’, pensano di mettere su una band chiamata “The Stones”, ad esempio. Complice anche la durata piuttosto esigua, non abbiamo praticamente mai riscontrato cali di ritmo fino alla conclusione, peraltro duplice in base ad un’importante scelta che sarete chiamati a fare, tra la dura verità e la dolce menzogna (forse).

Uno Spot per la vita

Abbiamo annoverato Silence nel genere videoludico delle avventure grafiche (con Spotty, il multiforma di cui si è detto nel paragrafo precedente), ma, in realtà, i puristi del genere potrebbero storcere il naso di fronte alle meccaniche di gioco inserite da Daedalic Entertainment che uniscono elementi estremante classici, come l’interazione con oggetti, lo spostamento di leve e simili, a sequenze più action, per quanto rare, in cui dovremo stare in equilibrio tenendo premuto quanto basta la levetta analogica sinistra, dare la risposta giusta sul breve termine – pena il game over – o ancora completare correttamente gli ormai banali Quick Time Event. A questo si aggiunge l’assenza di una qualsiasi forma di inventario, come però già avvenuto in Armikrog.

silence-recensione-002

Un’innovazione del tutto particolare ovviamente non concepibile quando staremo utilizzando Noah o Renie. Come diceva Nietzsche il “troppo umano stanca”, ed ecco dunque che potremo switchare in Spot, capace di assottigliarsi con la pressione del tasto L2 (per evadere dalle sbarre di una prigione, per esempio) o di arrotondarsi fino a diventare un pallone con R2 (per permettere una caduta soft a Renie, sempre per esempio). Ma il nostro fido alleato saprà anche adeguarsi al contesto in maniera ancor più specifica, perché bevendo acqua acquisirà, scusate il gioco di parole, proprietà idriche, mentre bevendo lava diventerà una specie di essere sputafuoco. Si tratta tutte di trasformazioni eseguibili in specifiche circostanze per una precisa scelta di game design, che ci permettiamo di elogiare.

Tornando ai puristi del genere di cui sopra, questi potrebbero non gradire troppo anche il fatto che il gioco sia molto guidato, e in definitiva semplice, poiché siamo molto lontani, ad esempio, dalla vastità di Monkey Island, in cui un puzzle poteva cominciare in un’estremità dell’isola e finire dall’altra parte. Qui tutto, spesso, si svolge in una sola schermata, tanto che si potrebbe parlare di “scenette”, e una volta superato l’intrico in un punto si prosegue quasi al livello successivo. Vista l’importanza che assume la storia, e dato anche quanto quest’ultima sia bella, ancora una volta sposiamo in pieno le scelte fatte dagli sviluppatori, con buona pace dei “fan di vecchia data” e altri cancri simili.

Chiudiamo la recensione analizzando il solito comparto audio-visivo. Dal punto di vista sonoro Silence è semplicemente, strepitoso; non ci sarà un brano che non vi coinvolgerà per tutta la durata del gioco. Nonostante il doppiaggio in inglese, va assolutamente elogiato il fatto che il gioco sia completamente sottotitolato in italiano, cosa estremamente rara di questi tempi, tanto più per una produzione indipendente. Solo applausi vanno anche alla grafica, allo stile e al comparto tecnico. Si tratta di un titolo dalle 2.5 dimensioni, realizzate scrupolosamente sia per quanto riguarda gli sfondi che per ciò che attiene i modelli poligonali. Anche artisticamente, entrambi risultano ispiratissimi: insomma, Silence è un indie ma pare che non se ne sia accorto nemmeno lui.

Trofeisticamente parlando: platino silenzioso

Silence vanta una coppa di platino, oltre ai solito ori, argenti e bronzi. Ci sono tantissimi trofei missabili, ma con la giusta attenzione ottenere la coppa azzurra non sarà un problema, e pure in tempi brevi. Anche se il gioco non presenta un sistema di selezione dei capitoli, data la lunghezza non proprio mastodontica del gioco, recuperare i trofei che avete mancato non dovrebbe comunque essere fonte di imprecazioni. Nel caso, comunque, potete chiedere aiuto nella discussione linkata poco sopra: il sottoscritto lo ha platinato, e vi darà tutti i consigli che vi servono!

Articoli correlati

Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.

2 Commenti

  1. […] Deponia è disponibile sul PlayStation Store. Il sistema di controllo è stato completamente ripensato per l’uscita su console e adesso è possibile controllare direttamente i movimenti di Rufus, il protagonista, in modo da avere un’esperienza di gioco ancora più intensa. Di seguito trovate anche un trailer ufficiale e alcune informazioni presenti nel comunicato stampa, qualora non aveste idea di cosa stiamo parlando – cosa peraltro legittima. A questo link, invece, è consultabile l’elenco trofei. E non perdetevi la recensione di Silence… […]

Comments are closed.