Purtroppo anche sulle nostre pagine siamo costretti a parlare di cronaca nera. Ciò succede quando, come troppo spesso sta accadendo negli ultimi tempi, a seguito di un tragico omicidio, viene data la colpa ai videogiochi.
E’ notizia di ieri: siamo in Louisiana dove un bambino di 8 anni uccide la nonna con un colpo di pistola alla testa. Il bambino si difende dicendo che ci giocava ogni giorno con quella pistola e non era mai successo nulla. Poi improvvisamente è scappato un colpo. Le autorità non credono a queste parole e scoprono che pochi minuti prima il bambino aveva passato ore su quella macchina infernale: la PlayStation 3. Il gioco a cui giocava? Il più violento e diseducativo di tutti: Grand Theft Auto IV. Ed è polemica… Sulla troppa facilità con cui i bambini in America posso avere a portata di mano un’arma? Ma no… La colpa di tutto ciò è ovviamente dei videogiochi! Il bambino, per la cronaca, non avrà nessuna conseguenza penale perchè in America sotto i 10 anni sei esente da qualunque legge…
Sotto attacco è finita, quindi, la serie di GTA ed il suo publisher, quel Take-Two che tra pochi giorni avrebbe raggiunto il più alto picco di attenzione grazie all’imminente rilascio di GTA V. Rapida, precisa e soprattutto diretta è arrivata la risposta proprio di Take-Two in un comunicato alla CNN alle varie e pesanti accuse subite nelle ultime 24 ore: “Attribuire una connessione tra la violenza e l’intrattenimento – una teoria che diversi studi indipendenti hanno provato essere errata – minimizza l’importanza della situazione e aggira i veri problemi alla base della vicenda”. Risposta sibillina che riporta ad uno dei più grandi dilemmi degli ultimi anni per gli americani: armi per tutti o no? La soluzione, in teoria, sarebbe semplice. Molte tragedie come queste si potrebbero evitare. Gli americani ci arriveranno mai? Apriranno mai gli occhi anzichè sviare il problema su una forma di intrattenimento più che innocua?