ArticoliGrand Theft Auto è la causa dei mali nel mondo - Speciale

Grand Theft Auto è la causa dei mali nel mondo – Speciale

Magari potrebbe sembrare un titolo un tantino esagerato ma sembra proprio che il mondo stia andando a rotoli per via di Grand Theft Auto. Ultima colpa attribuitagli? Ovviamente l’attentato di Parigi.

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Premetto che sto per affrontare un discorso molto serio che potrebbe quasi sicuramente (anzi, senza quasi) andare oltre le mie conoscenze, non solo di attualità ma anche per quanto riguarda la cultura che si va a toccare parlando di questo argomento. Ragion per cui mi limiterò a commentare quanto letto oggi su un famoso quotidiano italiano che afferma di aver notato una certa somiglianza tra il modo di agire dei terroristi e quello presente in un famoso videogioco, piuttosto che in TV, piuttosto che al cinema.
Bene.
L’autore del suddetto articolo menziona ovviamente Grand Theft Auto, spiegando che il modo di fare dei terroristi sembrava uscito proprio dal videogioco in questione, in quanto è risaputo che il protagonista del titolo di punta di Rockstar da sempre spara, uccide e distrugge senza alcuna pietà. L’autore cita anche Hollywood e lo stesso cinema francese come esempi lampanti che i militanti avrebbero potuto seguire per il compimento dell’attacco terroristico.
Personalmente penso che la stampa italiana debba smetterla un po’ di prendere per i fondelli il popolo. Stiamo parlando dell’ennesimo episodio di ignoranza verso un media che ormai viene considerato per bambini e violento.

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Esatto, due parole che insieme risultano brutte e senza senso; come può qualcosa destinato ad un pubblico con una fascia di età inferiore ai 14 anni (bambini), essere violento? C’è qualcosa che non va. Questo qualcosa che non va è la cattiva informazione dettata dai “grandi” che di grande hanno ben poco quando dimostrano totale ignoranza verso alcuni argomenti. Argomenti che per la maggior parte possono sembrare futili, per cui l’autore sputa un paio di parole, un paio di luoghi comuni ed ecco l’articolo. Secondo me nulla di più sbagliato se vuoi che il tuo prodotto sia una reale informazione per il tuo pubblico.
Affermare ancora che “i videogiochi sono violenti e causano violenza” è inutile, come è inutile affermare che “le guerre mondiali non sono state causate da videogiochi”.
Sono cliché stupidi e senza senso.

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Prima delle festività natalizie c’è stato un altro episodio, ovviamente riportato sempre dalla stampa italiana, di una pediatra che accusava sempre il solito Grand Theft Auto di essere un gioco estremamente violento e, udite udite, non adatto ai minori! Difatti la stessa scrive nel suo pezzo che il figlio di 11 anni le aveva chiesto il suddetto videogioco per Natale. La donna con il desiderio di accontentare suo figlio non ha battuto ciglio ma solo dopo aver effettuato la prenotazione del gioco è venuta a conoscenza di alcune informazioni sul titolo, marchiandolo come un’istigazione alla violenza anche sessuale, al crimine e al femminicidio”, annullando la prenotazione perché “i videogiochi «allenano» alla violenza e io li stavo per regalare a mio figlio”.

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Se la dottoressa si fosse informata prima circa la natura un po’ particolare del titolo in questione sicuramente non avrebbe mai promesso a suo figlio un gioco di questo genere. Ma anche l’informazione deve essere letta da chi realmente ne capisce di questa forma di intrattenimento, da chi con i videogiochi ci lavora e ne sta a contatto da mattina a sera. Se avesse letto qualche approfondimento o recensione della stampa specializzata (casomai ne abbiate voglia, potreste dare un’occhiata alla nostra, versione PlayStation 3 o versione PlayStation 4), avrebbe sicuramente capito che quel videogioco è destinato ad un pubblico adulto!

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Vittorio Todisco
Napoletano DOC quindi tifoso della squadra partenopea, azzurra come il cielo e il mare di questa stupenda città bistrattata dalle male lingue della gente. Giuro, ho iniziato a scrivere senza avere la minima idea di cosa dire, alla fine però è venuta fuori una bella cosa dai 🙂 Ah e mi piace la pizza, si, mi piace tantissimo la pizza.

2 Commenti

  1. E’ proprio questo che ho specificato nell’articolo, la violenza di determinati soggetti è da ricercare in altro: situazioni famigliari, compagnie frequentate poco raccomandabili, ambienti un po’ particolari. Una persona o un bambino domani diventerà ugualmente criminale anche senza giocare ai videogiochi in generale. Anzi spesso giocando ai videogiochi ci si fa una cultura anche se i titoli sono violenti, vedi gli Assassin’s Creed ad esempio o gli stessi Call of Duty ambientati nelle guerre mondiali.

    Un bambino che è un bullo oggi e un criminale domani è un bambino che non è seguito dalla famiglia. Un bambino che non riesce a distinguere la finzione dalla realtà e che non gli viene spiegata ne’ dalla famiglia ne’ dal contesto scolastico, quindi la colpa non è dei videogiochi ma del singolo individuo.

  2. In questo articolo sono state dette delle cose giustissime, che trovo assurdo debbano essere puntualizzate. Ancora una volta l’Italia dimostra tutta la sua ignoranza e l’arretratezza di idee che riusciamo ad esprimere per giustificare determinati comportamenti è quasi disarmante. Sarebbe come se per spiegare perchè la gente mangia funghetti allucinogeni tirassero in ballo Super Mario, è un concetto che non sta veramente nè in cielo nè in terra.
    Io ho iniziato a giocare la bellezza di 20 anni fa, quando ancora c’era il primo Nintendo con Duck Hunt e Super Mario, ma non mi è mai venuto in mente di imbracciare un fucile ed andare a caccia di anatre, nè di mangiare funghi sperando di diventare più alto, ed è stato lo stesso quando ho giocato GTA 2 sulla prima PlayStation, ancora adolescente. Quello che secondo me è il punto chiave del problema è, come è stato giustamente sottolineato nell’articolo, l’educazione lacunosa che viene data ai giovani d’oggi, con genitori più interessati a tenere i figli buoni piuttosto che impartirgli una lezione come si deve. Da anni ormai noto un sempre crescente buonismo nei confronti dei figli, a cui vengono fatte passare liscie le peggio marachelle, mentre ricordo ancora con dolore gli schiaffi ricevuti da mio padre, che mi hanno fatto diventare quello che sono e, non mi preoccupo a dirlo, mi hanno fatto crescere dannatamente bene, senza manie omicide, senza voglia di fare il bullo nè di lanciarmi in folli attentati perchè “in GTA lo fanno”.
    Ma tanto possiamo parlarne quanto vogliamo, il vero problema è che fintanto che ci saranno persone come lo scrittore citato in testa a questa notizia o come la dottoressa che sarà anche laureata ma non è in grado di leggere informazioni su internet in merito ad un gioco, fermo restando che avrà uno smartphone di ultima generazione con cui andrà tutto il giorno su Facebook e scambierà messaggi su What’s App con sguardo vacuo ed ebete illuminato solo dallo schermo del suddetto apparecchio, la concezione retrograda che si ha nel Bel Paese di “videogame” non cambierà mai.
    Mi sa che l’unica soluzione è emigrare, perchè qui siamo e rimarremo per sempre dei dinosauri, pronti a qualsiasi tipo di caccia alle streghe pur di trovare facilmente un colpevole che dia alle masse una giustificazione a determinati eventi.

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