Primo PianoTrigger Witch - Recensione

Trigger Witch – Recensione

Una strega amante delle armi, in un mondo in cui queste sono particolarmente apprezzate. Una storia di un regno invaso, da salvare. Il tutto costruito in pixel art, come gli indie degli ultimi anni. Rainbite e eastasiasoft non propongono niente di nuovo. Forse. Ecco la recensione di Trigger Witch.

Salvaci tu, Colette!

Trigger Witch è un twin stick shooter con vista top-down che ha come protagonista Colette, una giovane strega che sembra essere l’unica in grado di salvare il regno dall’invasione nemica. Per poter abbattere i nemici sarà necessaria una quantità esagerata di proiettili e sangue. O coriandoli, se preferite. Con il plauso dei vegani. E se volete, potrete anche raddoppiare la potenza di fuoco in co-op locale.

Colette è una strega, ma a lei la magia non piace, preferisce sparare interi caricatori (niente plata, solo plomo) verso tutto quello che si muove e respira. Colt, Uzi, AK-47, lanciagranate… non c’è limite all’arsenale.

Tutta pratica e niente teoria

In Trigger Witch avremo necessità di girovagare per il mondo di gioco, diviso in varie zone caratteristiche, per ottenere oggetti. Troveremo anche armi, nemici a volontà e un sacco di dialoghi dimenticabili che presto ci porteranno a saltare senza leggere. Andremo in fabbriche futuristiche, montagne di pietre colorate, spiaggie lussureggianti e molto altro. Sparare, sparare, sparare. E menomale che i proiettili sono infiniti, data anche la quantità esagerata di nemici che troveremo ad ogni nostro passo.

Sali in sella alla scopa Colette “Potter”

Ci saranno delle simpatiche sezioni in cui useremo una classica scopa volante, in stile shoot’em up in cui dovremo far fuori i nemici a schermo. Tipo Space Invaders, ecco. Niente di particolarmente difficile, come del resto vale per tutto il gioco, il quale però si rivela abbastanza dispersivo e a volte anche confusionario e poco chiaro negli obbiettivi da perseguire.

Trigger Witch Recensione

Pixel art colorata e vibrante

I colori saturi tipici dei prodotti in pixel art sono ben rappresentati anche qui. Avremo una buona varietà di ambienti e di caratteri diversi. Foreste, spiagge, anche paesini ben rappresentati, quasi come nei giochi Pokèmon. Graficamente e tecnicamente Trigger Witch è un buon gioco che non eccelle particolarmente ma fa più che onorevolmente il suo lavoro.

Trigger Witch Recensione

Divertimento dal primo proiettile

Il succo di tutta l’esperienza è l’esplorazione del mondo sparando a tutto quello che si muove. Il modello di gioco è soddisfacente anche per un neofita, consentendo di scalare la difficoltà in base alle proprie abilità. Il gioco, se affrontato con calma, offre anche un discreta quantità di ore per essere terminato, all’incirca tra le sei e le otto. La regola è non fermarsi mai, rimanere sempre in movimento e colpire ogni nemico. Rimanere fermi significa morire molto in fretta.

Trigger Witch Recensione

Trofeisticamente parlando: un lungo percorso nel mondo di Colette

L’elenco trofei di Trigger Witch è composto da ben cinquantotto coppe. Molte di queste saranno garantite dal semplice prosieguo della storia, molti altri invece richiederanno azioni specifiche come il superare alcune prove a tempo o uccidere quattro nemici con quattro armi diverse in meno di dieci secondi. Con un po’ di pazienza non è nulla di complicato per un cacciatore di trofei.

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Andrea Pasqualin
Classe '90, nato e cresciuto tra benzina e gasolio, è il classico "petrolhead". Si è umilmente autoproclamato "Re dell'Universo Racing presso PlayStationBit". Platinatore incallito, attualmente è il redattore della rubrica "Racconti di Caccia", si dedica inoltre a ricerche su Platini facili e/o ultra rari, per bullarsi con gli amici. Appassionato di tutto quello che corre e vola, sta vivendo il suo sogno scrivendo di videogiochi e pensandoci dalla mattina alla sera. Nei momenti liberi guida la sua moto supersportiva e si diverte a spaventare le vecchiette ai semafori.