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The Last Of Us Parte II e i leak: per Neil Druckmann “è stato uno schifo”

I leak sulla trama di The Last Of Us Parte II divulgati a fine aprile hanno creato un enorme polverone di polemiche che ancora oggi, a circa due settimane dal lancio, non sembra essere scemato del tutto.

Interrogato dalla redazione di Eurogamer.net, Neil Druckmann è tornato sulla questione, parlando di come lui e tutto il gruppo abbiano affrontato l’inevitabile delusione: “È stato uno schifo. Lavori su qualcosa per tanto tempo, e vederlo uscire fuori in quel modo è stato deludente, sia per me che per i membri del team. Ben presto però ci siamo riuniti per discuterne”.

Al tempo trapelarono anche alcune cose di The Last Of Us” prosegue il vicepresidente di Naughty Dog, “mentre con Uncharted 4 fu rubato un camion pieno di copie del gioco, così alcune persone svelarono il finale in anticipo. Ma in fondo tutto ciò non ha portato via niente all’esperienza, perché nulla può competere con la possibilità di giocarli. Nulla può competere con l’impersonare Ellie e provare sulla propria pelle quei momenti, non solo nelle cutscene, ma nel gameplay, nelle conversazioni, con la musica e tutte le emozioni che ti fanno provare. E la storia è stata costruita in modo da non essere incentrata su colpi di scena e virate improvvise. E’ un incedere lento che ti fa sentire la tensione in ogni scelta compiuta dai personaggi. Sappiamo che quando le persone ci metteranno le loro mani sopra, proveranno delle emozioni indipendentemente da quello che sanno, e questo è ciò che ci ha reso fiduciosi. Ok, sarà spiacevole per un po’ di tempo, il gioco sta per uscire, ma sono convinto che otterrete ciò che noi vogliamo che otteniate”.

Ricordiamo che The Last Of Us Parte II uscirà il 19 giugno per PlayStation 4, mentre in settimana il videogioco Naughty Dog è stato protagonista di uno spot TV tacciato di plagio.

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Maria Enrica
Grata dal 1994 ai videogiochi per sopperire a pigrizia e mancanza di fantasia, è stata svezzata da mamma Nintendo, allevata da Sony fin dalla prima PlayStation, cresciuta con un pad in mano e il Game Boy Advance nell'altra. Laureanda in Lettere classiche, avversa ai videogiochi in digitale, sogna per questo una casa dove custodire una collezione degna di tale nome.