Home ConsoleNews PS4I creatori di Deus Ex sui giochi single player: servono nuovi modelli

I creatori di Deus Ex sui giochi single player: servono nuovi modelli

L’esplosione di giochi multiplayer online come Fortnite, Overwatch e altri ha generato uno stato di preoccupazione da una parte del pubblico di videogiocatori, impauriti che questa tendenza possa uccidere i giochi in single player. Sicché alcuni sviluppatori sono dovuti correre ai ripari, rassicurandoli su qualsiasi tremendo futuro.

Dopo Cory Barlog di Santa Monica Studio, Bethesda e Guerrilla Games, è il turno di Eidos Montréal esprimersi sulla questione. Lo scorso dicembre si erano già espressi in merito e ora gli sviluppatori del prossimo Shadow of the Tomb Raider tornano a parlare dell’argomento, in un’intervista rilasciata per gamesindustry.biz.

“E’ una questione di tendenze, momenti o tempistiche” riflette David Anfossi, a capo del gruppo. “Ogni anno c’è una nuova tendenza, al momento è Fortnite, che è un grande gioco e tutta l’attenzione è rivolta a questo tipo di giochi, ma dobbiamo solo aspettare, non voglio cambiare un gioco come Deus Ex. Vogliamo essere rispettosi di questo”.

I titoli per un giocatore non moriranno, secondo Anfossi, ma stanno attraversando un periodo di cambiamenti. Nonostante il successo del recente God of War, questo tipo di prodotti non rendono, in termini di guadagni, come quelli multiplayer.

“God of War è un buon esempio di grande esperienza single player. Mi piace molto, ma potrei non avere il tempo per completarlo. Per me, questa è una frustrazione. Perché quando inizi una esperienza guidata da una grande storia, vuoi vedere la conclusione. Quindi dobbiamo adattarci e provare nuovi modelli. Ci chiediamo sempre questo. Ma il single player per me è forte come prima, e dovrebbe continuare”.

L’ultima fatica di Eidos Montréal, Shadow of the Tomb Raider, è costata 75-100 milioni di dollari per lo sviluppo, da aggiungersi ad altri 35 milioni per il marketing e la sua promozione. Questi alti costi hanno messo molta pressione nel team, rivela infine Anfossi, ma non ha loro impedito di sperimentare.

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Maria Enrica
Grata dal 1994 ai videogiochi per sopperire a pigrizia e mancanza di fantasia, è stata svezzata da mamma Nintendo, allevata da Sony fin dalla prima PlayStation, cresciuta con un pad in mano e il Game Boy Advance nell'altra. Laureanda in Lettere classiche, avversa ai videogiochi in digitale, sogna per questo una casa dove custodire una collezione degna di tale nome.